Home Staging: come preparare la tua casa per una vendita di successo

Home Staging: come preparare la tua casa per una vendita di successo

Caroly Immobiliare Soave

Quando vendi casa la devi presentare al meglio per stimolare l’interesse dell’acquirente. Ecco alcuni consigli per ridurre i tempi di vendita e ottenere il miglior prezzo

Nell’attuale mercato immobiliare, dove la competizione è alta e gli acquirenti sono sempre più esigenti, l’home staging si sta rivelando uno strumento essenziale per chi desidera vendere la propria casa in tempi rapidi e al miglior prezzo possibile. Ma cos’è esattamente l’home staging, e perché è così importante?

Cos’è l’Home Staging?

L’home staging è l’arte di preparare una proprietà per renderla più attraente agli occhi dei potenziali acquirenti. Non si tratta solo di pulire o di fare un po’ di ordine, ma di creare un ambiente che permetta agli acquirenti di immaginarsi vivere in quella casa. L’obiettivo è massimizzare l’appeal visivo dell’immobile, valorizzandone i punti di forza e minimizzando eventuali difetti.

Perché l’Home Staging è Importante?

  1. Prima Impressione Contano: Gli studi dimostrano che la maggior parte degli acquirenti decide se è interessata a una casa nei primi 90 secondi della visita. Un ambiente accogliente e ben curato può fare la differenza tra un “no” e un “sì”.
  2. Valorizzazione dello Spazio: Un home staging efficace aiuta a evidenziare le potenzialità degli spazi, facendoli apparire più ampi, luminosi e funzionali. Spostare i mobili, declutterare e aggiungere tocchi di design mirati possono trasformare una stanza anonima in un punto focale accattivante.
  3. Vendita più Rapida: Le case ben allestite tendono a vendersi più velocemente. Un ambiente invitante e pronto per essere abitato può far sì che gli acquirenti si sentano più motivati a fare un’offerta subito, riducendo i tempi di permanenza dell’immobile sul mercato.
  4. Prezzo di Vendita più Elevato: Investire nell’home staging può portare a un ritorno significativo. Un immobile che si presenta al meglio è spesso percepito come più prezioso, il che può tradursi in offerte più alte da parte degli acquirenti.

 

Come Funziona?

L’home staging può essere effettuato in diversi modi, a seconda delle esigenze e del budget. Ecco alcuni dei passaggi fondamentali:

  1. Decluttering: La prima fase consiste nel rimuovere il superfluo. Una casa troppo piena di oggetti personali può risultare soffocante e impedire agli acquirenti di immaginarsi vivere lì. Eliminare il disordine aiuta a creare uno spazio più neutrale e accogliente.
  2. Pulizia Profonda: Una casa pulita trasmette cura e attenzione. Ogni angolo, dai pavimenti alle finestre, dovrebbe essere splendente. Un ambiente pulito e fresco lascia un’impressione positiva e duratura.
  3. Arredamento Neutro: Sostituire elementi d’arredo troppo caratteristici o personali con mobili e decorazioni più neutri può rendere l’ambiente più appetibile a un pubblico più ampio. L’obiettivo è creare uno spazio che piaccia al maggior numero possibile di potenziali acquirenti.
  4. Illuminazione: La luce è un elemento fondamentale. Aprire tende e persiane per far entrare la luce naturale, e aggiungere punti luce dove necessario, può trasformare completamente la percezione di una stanza.
  5. Tocchi Finali: Fiori freschi, candele, cuscini decorativi e quadri neutri sono solo alcuni dei piccoli accorgimenti che possono aggiungere calore e carattere a un ambiente, rendendolo più invitante.

Investimento o Spesa?

Molti venditori vedono l’home staging come una spesa superflua, ma in realtà è un investimento che può portare a significativi vantaggi economici. Gli immobili allestiti con cura non solo attraggono più acquirenti, ma spesso ricevono offerte più alte rispetto a quelli non preparati.

Se stai pensando di vendere la tua casa, considera seriamente l’opzione di ricorrere all’home staging. Questo processo può aiutarti a presentare la tua proprietà sotto la luce migliore, accelerando la vendita e massimizzando il valore dell’immobile.

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Mercato Immobiliare: cosa aspettarci nei prossimi anni

Mercato Immobiliare: cosa aspettarci nei prossimi anni

Il mondo immobiliare è in costante evoluzione, influenzato da una serie di fattori economici, sociali e tecnologici. Le tendenze di mercato giocano un ruolo cruciale nel plasmare il settore, guidando decisioni di investimento, sviluppo e acquisto.

In questo articolo, esploreremo alcune delle tendenze di mercato più rilevanti che stanno definendo il futuro dell’immobiliare nei prossimi anni.

​Principali tendenze di mercato

1. Digitalizzazione e Tecnologia Immobiliare

La digitalizzazione ha trasformato il modo in cui acquistiamo, vendiamo e gestiamo le proprietà. Piattaforme online di compravendita immobiliare e visite virtuali consentono agli acquirenti di esplorare le case da remoto, accelerando il processo decisionale.
La tecnologia ha anche introdotto strumenti per la gestione efficiente delle proprietà, semplificando la comunicazione tra inquilini e proprietari e migliorando la manutenzione preventiva.

2. Sostenibilità e Edilizia Verde

L’interesse per la sostenibilità ambientale sta spingendo l’adozione di pratiche di edilizia verde. Gli acquirenti cercano sempre più edifici dotati di certificazioni di sostenibilità e caratteristiche ecologiche, come sistemi di energia solare, isolamento termico avanzato e materiali eco-compatibili. Questa tendenza non solo riduce l’impatto ambientale, ma può anche portare a risparmi energetici significativi nel lungo termine.

3. Abitare in Spazi Flessibili

Le abitudini di vita e lavoro stanno cambiando, portando a una crescente richiesta di spazi flessibili. Le persone cercano soluzioni abitative che possano adattarsi alle mutevoli esigenze, come case con uffici integrati, spazi multiuso e appartamenti con divisioni facilmente modificabili. Questa tendenza riflette l’evoluzione delle dinamiche familiari e lavorative.

4. Ritorno alle Aree Urbane

Nonostante la pandemia abbia temporaneamente spinto molte persone verso le aree rurali, si prevede un graduale ritorno alle città. Le aree urbane offrono opportunità di lavoro, servizi e intrattenimento, attirando sia giovani professionisti che famiglie. Questo potrebbe portare a un aumento della domanda di appartamenti e case nelle zone metropolitane.

5. Co-living e Co-working

La crescente popolarità del co-living e del co-working sta influenzando la progettazione degli spazi immobiliari. Gli spazi condivisi, in cui più individui o aziende condividono risorse e servizi, stanno diventando sempre più comuni. Questa tendenza potrebbe portare a nuovi modelli di sviluppo immobiliare focalizzati sulla creazione di comunità collaborative.

Parola d’ordine degli investitori: diversificazione

6. Investimenti Immobiliari Alternativi

Gli investitori stanno esplorando opzioni immobiliari alternative oltre all’acquisto diretto di proprietà. Fondi immobiliari, investimenti in crowdfunding e partecipazioni in progetti di sviluppo offrono opportunità di diversificazione del portafoglio e accesso a mercati altrimenti difficili da raggiungere.

Le tendenze di mercato nel settore immobiliare stanno guidando l’innovazione e la trasformazione dell’industria. Dalla tecnologia all’ecosostenibilità, dalle nuove abitudini di vita al design flessibile, queste tendenze indicano un futuro immobiliare in continua evoluzione. Gli investitori, i professionisti del settore e gli acquirenti devono rimanere al passo con queste dinamiche mutevoli per cogliere al meglio le opportunità che il mercato immobiliare offre.

 

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Cosa devi sapere prima di vendere il tuo immobile

Cosa devi sapere prima di vendere il tuo immobile

Avere un immobile urbanisticamente e catastalmente conforme è il requisito fondamentale per poterlo vendere senza pensieri

La regolarità urbanistica dell’immobile è una questione molto discussa ed è entrata nella consapevolezza comune, anche tra i non addetti ai lavori, da quando è entrato in vigore l’ecobonus 110%.

Di fatti uno dei requisiti fondamentali per poter accedere al bonus era proprio la regolarità urbanistica e catastale dello stabile.

Ma di cosa si tratta?

Il certificato di regolarità urbanistica, o regolarità urbanistica, è un documento che attesta che lo stato di fatto in cui si trova l’immobile corrisponde al titolo abilitativo con cui il comune ha autorizzato la costruzione dell’immobile e le successive ristrutturazioni o ampliamenti.

Tali titoli abilitativi (cioè il progetto approvato dall’ente locale e detenuto presso il suo ufficio tecnico) si distinguono in:

  • La Licenza Edilizia, per gli immobili edificati tra l’Ottobre del 1942 ed il Gennaio 1977 con la Legge 1150;
  • La Concessione Edilizia, per gli immobili realizzati tra il Febbraio del 1977 ed il Giugno 2003 con la Legge 10;
  • Il Permesso di Costruire, per gli immobili costruiti dal Luglio 2003 con il Testo Unico DPR 380/01;
  • La Dia, la Cia o la Cila, per eventuali interventi di minore importanza.

 

Purtroppo molto spesso accade che questo non avviene a causa di modifiche fatte in corso d’opera che non vengono debitamente segnalate con una variante, oppure a causa di modifiche fatte su immobili già esistenti ma senza che sia stata fatto l’iter corretto di richiesta in Comune.

Cosa fare per non incorrere in sanzioni

La presenza di difformità comporta gravi conseguenze come la possibilità di rendere annullabile l’atto notarile e nei casi più gravi nullo, con conseguente richiesta di danni da chi ha acquistato un immobile non conforme senza che sia stato messo al corrente.

La realtà è che la maggior parte degli immobili ha qualche piccola difformità, per questo è importante che, nel momento in cui si decide di vendere il proprio immobile, ci si rivolga a dei professionisti che prendano in carico tutta la documentazione e facciano le verifiche necessarie per rilevare eventuali problemi e trovare una soluzione, in modo da vendere serenamente senza il rischio di incorrere in sanzioni.

E’ importante controllare il proprio immobile sin da subito, perchè nel tempo le regole possono cambiare e non tutto quello che una volta era permesso, è concesso anche oggi.

La conseguenza più grave è quella di avere un immobile che non può essere sanato e quindi non può essere messo in vendita in quanto non commerciabile.

 

Vuoi saperne di più?

Contattaci e vieni a trovarci in ufficio!

 

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Contratti di locazione: le diverse tipologie

Contratti di locazione: le diverse tipologie

I contratti di locazione possono essere diversi in base alle diverse esigenze del proprietario dell’immobile. Vediamo le possibilità più diffuse

Contratto a canone libero con imposta di registro – Regime IRPEF

Inizialmente la tassazione con imposta di registro era l’unica opzione disponibile per quanto riguarda la locazione ad uso abitativo. 

L’opzione imposta di registro prevede che il reddito derivante dalla locazione vada a sommarsi al reddito da lavoro del titolare dell’immobile.

Questo significa che tanto più alto è il reddito da lavoro personale, tante più tasse si andranno a pagare anche sul reddito derivante dalla locazione. Al contrario, se il reddito percepito è molto basso o nullo, così pure le tasse saranno proporzionalmente molto basse.

Oltre a questo la locazione con imposta di registro prevede il pagamento dei bolli alla registrazione e il versamento di una tassa, l’imposta di registro, da pagare ogni anno. L’imposta sarà pari al 2% del canone di locazione annuo percepito.

Come per qualsiasi altro reddito, quello derivante da locazione con imposta di registro dà la possibilità a chi lo percepisce di poter scaricare costi, spese mediche o altro.

La durata del contratto è di anni 4+4.

Contratto di locazione a canone libero – Cedolare Secca

Dall’aprile del 2011 entra in vigore l’opzione cedolare secca. È un nuovo sistema di tassazione che può essere scelto o meno dal proprietario di casa e che va a sostituirsi alle precedenti imposte Irpef, sostitutiva, di registro e di bollo.

Con l’opzione cedolare secca chi percepisce il reddito da locazione pagherà su questo un’imposta fissa del 21% che verrà calcolata sul reddito annuo totale della locazione e che non avrà niente a che fare con qualsiasi altro reddito percepito.

Oltre a questo vantaggio fiscale i contratti stipulati con l’opzione cedolare secca avranno la registrazione e la cancellazione gratuita, oltre a non avere l’imposta di registro annuale da versare.

Al contrario di quanto previsto per il primo caso, contratto di locazione con imposta di registro, con questa tipologia di contratto non è possibile scaricare eventuali costi o spese mediche.

A chi conviene? Sicuramente a molti, ma ogni situazione è a sé stante pertanto il nostro consiglio è quello di parlarne con il professionista che vi fa la dichiarazione dei redditi!

La durata del contratto è di anni 4+4

Contratto a canone concordato – Opzione cedolare secca.

Il contratto canone concordato con cedolare secca, invece, è un particolare contratto stipulato dai sindacati dei proprietari e degli inquilini, applicabile solo in particolari casi come le grandi città ad alta densità abitativa o in luoghi colpiti da calamità naturali che abbiano preso accordi territoriali locali (come ad esempio l’alluvione di Soave).

Questo contratto prevede che, in base ai parametri stabiliti dai sindacati, venga determinata una forbice entro il quale deve stare il canone richiesto per la locazione. Il canone varia in base alle caratteristiche dell’appartamento.

Se le parti concordano un canone che rientra nella forbice il proprietario avrà uno sconto sull’irpef dal 21% al 10% sul canone di locazione annuo, e avrà un ulteriore sconto del 25% sull’IMU seconda casa dell’immobile dato in locazione.

L’inquilino invece avrà la possibilità di scaricare il canone di locazione fino a quasi 500€ in base al suo reddito.

Per essere valido il contratto dovrà essere asseverato dai sindacati.

Con questa tipologia di contratto non c’è la possibilità di scaricare eventuali costi o spese mediche.

Contratto a canone concordato – Regime IRPEF

Il contratto a canone concordato con imposta di registro prevede, come nel caso precedente, che il canone rientri in parametri stabiliti dai sindacati degli inquilini e dei proprietari calcolati in base alle caratteristiche dell’immobile.

Se non si ha la possibilità di optare per la cedolare secca, questa opzione è molto interessante perché prevede che la base imponibile per il calcolo dell’imposta sia ridotta del 30% e che, ai fini dell’imposta di registro, il reddito da locazione da considerare per l’applicazione dell’imposta di registro del 2% venga considerato pari al 70%.

Con questa tipologia di contratto c’è la possibilità di scaricare eventuali costi o spese mediche.

Per capire quale sia la tipologia di contratto adatta a te chiedi una consulenza in agenzia!

 

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L’attestato di prestazione energetica (APE): di cosa si tratta?

L’attestato di prestazione energetica (APE): di cosa si tratta?

L’attestato di prestazione energetica è un documento obbligatorio in caso di vendita di una casa, ma importante ai fini dell’efficientamento energetico

Comunemente chiamata “certificazione energetica”, l’attestato di prestazione energetica è diventato ormai centrale quando si parla di locare e, soprattutto, di vendere un immobile.

Obbligatorio ormai dal lontano 1 luglio 2009 per vendere un immobile, e dal 06 giugno 2013 per locare, solo negli ultimi anni è diventato fonte grande interesse e preoccupazione per chi decide di vendere ed acquistare casa.

Di cosa si tratta?

E’ un documento prodotto da un tecnico specializzato che attesta, in base alle caratteristiche dell’immobile, il suo consumo energetico.

Per determinare il valore di consumo energetico vengono presi in considerazioni diversi parametri tra cui l’età dello stabile, lo stato degli impianti e della caldaia, la presenza o meno di un isolamento termico, la qualità dei serramenti, l’esposizione dell’immobile ecc.

I parametri sono molti e vengono verificati e analizzati da un termotecnico abilitato il quale farà un sopralluogo nell’immobile al seguito del quale potrà assegnare una classe che va dalla lettera G alla A.

Gli immobili di ultima generazione dotati delle migliori tecnologie partiranno dalla lettera A a salire, per una classificazione che andrà da A1 ad A4.

L’Attestato di Prestazione Energetica ha una durata di 10 anni, a meno che nell’arco di questo periodo non si facciano interventi tali per cui i parametri possano cambiare.

E’ da sottolineare comunque che da quando è entrata in vigore ad oggi ci sono stati diversi cambiamenti nei parametri di valutazione, nel 2015 infatti si è passati dall’ACE (attestato di certificazione energetica) all’APE (attestato di prestazione energetica), la quale è basata su caratteristiche diverse rispetto alla prima entrata in vigore.

Ciò sta a significare che un immobile classificato nel 2013 in classe D, oggi potrebbe rientrare in una classe differente. 

 

risparmio energia

 

È sempre obbligatorio produrre l’APE?

In realtà sapere dove si posiziona il proprio immobile può essere utile per capire a quanto ammontano le emissioni della nostra casa nell’ambiente, ed eventualmente ricorrere ai ripari, ma no, l’APE non è sempre obbligatoria. Risulterà tale dal momento in cui si decide di vendere o di locare il un immobile di proprietà. 

Grandi cambiamenti stanno arrivando dopo le ultime direttive dell’Europa in merito all’efficientamento degli immobili e al miglioramento della classe energetica, dichiarazioni che hanno già portato tensione e preoccupazione tra i proprietari di immobili.

La proposta è quella di portare tutti gli immobili presenti sul territorio europeo almeno ad una classe energetica E, in modo da ridurre la produzione di Co2 nell’ambiente.

Questa proposta volta ad un futuro più green, è ancora in fase embrionale e dovrà essere vagliata con le opportune modifiche prima che venga messa in vigore.

Non c’è traccia al momento del divieto di vendere o locare immobili con classe inferiore alla E, come è stato dichiarato all’inizio causando molto allarmismo trai proprietari, ma al momento la proposta riguarda una serie di obiettivi minimi che verrà presentata ai vari stati membri.

Hai bisogno di una certificazione energetica?

Contattaci, sapremo indirizzarti verso il professionista giusto!

 

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